ARTE VENTENNIO

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Lucca

2025-07-16 16:42

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Città, Raffaello Fagnoni, Ugo Giovannozzi, Ventennio, Francesco Petroni, Fontana Littoria, Lucca,

Lucca

Nel Ventennio Lucca viene abbellita da varie opere dello scultore Francesco Petroni (Lucca 1877-1960), tra le quali spiccava il Monumento ai Martiri f

  Nel Ventennio Lucca viene abbellita da varie opere dello scultore Francesco Petroni (Lucca 1877-1960), tra le quali spiccava il Monumento ai Martiri fascisti (1934), collocato sul baluardo San Paolino, purtroppo barbaramente distrutto nel 1944. Il monumento aveva la foggia di un portico colonnato, con ara centrale: tipologia usuale per i monumenti ai Caduti. Il Petroni realizzò anche la Lapide agli studenti Caduti del R. Liceo Ginnasio (1922), il Monumento ai Caduti della Grande Guerra (1924-28) nel Parco della Rimembranza, nonché la Fontana littoria (1930) antistante Porta Elisa (purtroppo distrutta anche questa, per via dei fasci littori che la ornavano).

  La Casa del Fascio (1929) è opera neoclassica dell’Ing. Arch. Ugo Giovannozzi (Firenze 1876-Roma 1957), mentre la Casa del Mutilato (1932), in stile neo-medievale, è opera dell’Arch. Italo Baccelli (Lucca 1897-post 1956): sulle decorazioni interne di questi maestosi edifici, contiamo di tornare in seguito.

  L’Arch. Raffaello Fagnoni (Firenze 1901-66), con gli ingegneri Enrico Bianchini e Leone Mannozzi, realizza lo Stadio Comunale del Littorio (1934-35) oggi Stadio Comunale Porta Elisa: in stile razionalista, l’impianto sportivo è caratterizzato dalla presenza della svettante torre, sulla falsariga dello Stadio Mussolini di Torino (il cui progetto era stato redatto dagli stessi Fagnoni e Bianchini, che lavoravano spesso in tandem).

  L’Arch. Fosco Cioni di Livorno progetta il Cinema Moderno (1926) in corso Vittorio Emanuele II, in stile neo-rinascimentale: dopo aver subito alcune alterazioni negli anni ‘60, la recente ristrutturazione (1998) ne ha ricuperato l’aspetto originario. Lo stesso architetto Cioni è l’autore di analoghi edifici a Livorno: il Cinema Centrale (1913) e il Teatro Moderno (1921), di epoca prefascista.

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